L’importanza delle parole che rivolgiamo a noi stessi e agli altri!

L’importanza delle parole che rivolgiamo a noi stessi e agli altri!

Il nostro cervello può elaborare 60,000 pensieri ogni 24 ore, ognuno di questi pensieri ha un impatto nel nostro organismo, più precisamente in ogni singola cellula del nostro corpo.
“ Voi potete ritenervi degli individui, ma come biologo cellulare posso assicurarvi che in realtà siete una comunità di circa 50 trilioni di abitanti, cioè di cellule.
Quasi tutte le cellule che compongono il vostro corpo sono simili ad amebe, organismi individuali che hanno sviluppato una strategia di cooperazione finalizzata alla reciproca sopravvivenza. In parole povere, gli esseri umani sono soltanto la conseguenza della “coscienza amebica collettiva.”Ogni cellula è un essere intelligente in grado di sopravvivere autonomamente, come dimostrano le cellule asportate da un tessuto e trasferite in una coltura. Queste cellule intelligenti sono dotate di intenzionalità e di scopo; cercano attivamente gli ambienti adatti alla sopravvivenza, evitando nel contempo gli ambienti tossici e ostili. Come gli esseri umani, le cellule analizzano migliaia di stimoli provenienti dal microambiente in cui vivono, e attraverso l’analisi di questi dati attivano le appropriate risposte comportamentali per assicurarsi la sopravvivenza.” Cosi spiega Bruce H. Lipton nel suo libro La biologia delle credenze.
Le nostre cellule hanno una memoria cellulare e assorbono la conformazione dell’idea che ci facciamo di noi; si adattano a soddisfare esattamente la convinzione, la credenza che il nostro cervello produce circa noi stessi.
Ogni pensiero porta con sé un’onda energetica, un campo elettromagnetico che plasma, nel vero senso della parola, la realtà.
La conferma di ciò, anche nella relazione e nelle interazioni con gli altri, come dimostra l’Effetto Pigmalione detto anche effetto Rosenthal, dal ricercatore americano. In base a questo fenomeno una profezia sia auto avvera; ad esempio se gli insegnanti credono che un alunno sia meno dotato lo tratteranno, anche in modo inconscio, diversamente dagli altri; il bambino interiorizzerà il giudizio dei propri insegnanti e si comporterà di conseguenza in quanto unico modo ( a suo avviso) per essere riconosciuto; si instaura così un circolo vizioso per cui il bambino tenderà a divenire nel tempo proprio come l’insegnante lo aveva immaginato. Questo succede costantemente in famiglia, tra genitori e figli; in un gruppo di amici, nel team di lavoro ecc.
Importante il giudizio che trasmettiamo all’altro, l’idea che ci facciamo e di conseguenza trasferiamo in maniera conscia o inconscia; questo non vuol dire mentire e adulare, in qualsiasi caso, l’altra persona solo per non incorrere nella trappola dell’effetto.
Sarà utile che il nostro pensiero sia sempre autentico e sincero perché corrispondente alla trasmissione energetica sottostante non controllabile e gestibile dalla coscienza, piuttosto cercare di andare aldilà del primo giudizio o dell’etichetta con cui traiamo velocemente sentenze o pareri, più adeguato cercare di sottolineare maggiormente i lati positivi, le qualità e al contempo rendere alleate quelle caratteristiche che, di primo acchito sembrano essere svantaggiose.
Fondamentale essere gentili, pazienti e positivi, soprattutto, verso noi stessi; non descriviamoci o abituiamoci a svilirci o imprecare contro di noi ; ogni parola ha un suo potere e una sua intenzionalità che fisicamente, vibrazionalmente incide su di noi!
Essere consapevoli dei pensieri che in ogni secondo stiamo compiendo è un passaggio molto vantaggioso e generoso, che possiamo compiere per controllare la nostra mente e per imparare a dirigerla, guidarla e non lasciare che essa prenda il sopravvento. Questo meccanismo fa’ parte del “praticare la presenza”, oramai famosa affermazione di cui si sente molto parlare in questo tempo.
Vivere nel momento presente facilita la gestione del pensiero, affinchè la mente possa essere libera di valutare ed elaborare gli stimoli reali, presenti, appunto nel momento dell’adesso, e accorgersi cosi della ricchezza dell’ambiente circostante e della nostra interazione con esso. Questa modalità non solo favorisce il nostro organo pensante, ma aiuta a sviluppare consapevolmente anche il nostro sentire e la connessione più profonda con noi stessi.
Fate caso, se molte volte, durante una passeggiata, il nostro cervello viaggia altrove e rivolge l’attenzione più che alla natura attorno, magari alle problematiche sul lavoro, al tempo da impiegare dopo la passeggiata o ad analizzare la conversazione avuta il giorno precedente con un collega; in entrambi questi casi la mente è rivolta al futuro o al passato e si perde la bellezza dei colori delle foglie degli alberi o il rilassante fruscio dello scorrere dell’acqua del torrente vicino, o il giocattolare dello scoiattolo sul ramo e cosi, perde il potere rilassante e rigenerante che avrebbe potuto regalarci una meravigliosa passeggiata nella natura.
La forza della consapevolezza dei pensieri, delle parole è enorme, e apporta una vera e propria guarigione emotiva.